Desiderosi di uscire dallo stereotipo dell’immagine turistica fatta di volti dipinti e danze tribali al suono del didgeridoo, gli abitanti originari dell’Australia stanno riuscendo nell’impresa di ritagliarsi una nicchia unica nell’industria del turismo. Le attività imprenditoriali possedute e amministrate dagli Aborigeni offrono ai turisti un’esperienza culturale più autentica ai viaggiatori. Secondo l’Indigenous Tourism Australia ci sono ben quarantasei operatori riconosciuti nell’ambito dell’Indigenous Tourism Champions program press cui sono accreditate solo le compagnie possedute almeno al cinquanta per cento da Aborigeni. Secondo i resoconti ufficiali non si tratta di un fuoco di paglia: il turismo indigeno conta infatti ormai un’economia annuale di quasi quattro milioni di dollari.
Non stupisce allora che nell’industria del turismo australiano, il settore aborigeno è considerato come un punto di forza capace di sostenere il confronto con piazze più tradizionali nel mercato delle vacanze come quella degli Stati Uniti o della Gran Bretagna. Il ministro del turismo, il senatore Nick Sherry, ha detto che: “La cultura indigena d’Australia è un punto chiave di differenziazione in un mercato mondiale altamente competitivo”. Dai remoti ritiri selvatici sulla spiaggia del Western Australia fino alle visite guidate all’estremo nord del Queensland, il turismo indigeno è un investimento promettente sia per i visitatori curiosi che per l’economia locale.
Un’occhiata nella terra ancestrale delle Flinder Ranges
Haydyn Bromley è il direttore culturale e la guida capo di Bookabee Tours, vincitore di molti premi e che si focalizza sull’esperienza culturale nelle Flinder Ranges. La celebre gita di quattro giorni permette di esplorare la grandiosità delle Flinder Ranges in South Australia. Il tour prevede una sosta di una notte nel villaggio di Nepabunna, la comunità degli Aborigeni Adnyamathanha in cui Bromley e la sua famiglia sono cresciuti. Si tratta di un’esperienza che secondo Bromley gli operatori turistici non saranno mai in grado di replicare. “Io sono un indigeno nelle Flinder Ranges e faccio anche parte dei dirigenti dell’associazione locale per la tradizione.
Quando porto in giro le persone mostro loro un albero e posso dire loro qual è il nome tradizionale e che posto occupa nella nostra società” dice Bromley. “Io osso mostrare loro dove è nato mio nonno e il luogo della sua iniziazione, i siti di pitture rupestri dove racconto le storie tradizionali e le interpreto. Se sei un operatore turistico tradizionale non puoi certo fare cose del genere”, conclude Bromley. Per saperne di più visitate il sito: www.bookabee.com.au.
Una vacanza in spiaggia con la tradizione a Cape Levenque
Kooljaman presso Cape Leveque è un lussureggiante rifugio selvatico che si situa all’estremità nord battuta dal vento della penisola di Dampier nel Western Australia. Collocata esattamente difronte all’oceano, con i suoi safari idilliaci e le capanne sulla riva, è un vero e proprio paradiso per le coppiette in luna di miele e per i turisti amanti del sole, del sale e della sabbia. A parte le spiagge da sogno però, il luogo è adatto anche per chi è alla ricerca di autenticità culturale. Il luogo è di proprietà al cento per cento delle comunità aborigene di Djarindjin e One Arm Point e tutti i proventi del turismo finiscono nelle tasche degli abitanti originari.
Il turismo è anche fondamentale per creare posti di lavoro e incrementare gli affari locali degli Aborigeni. Il direttore, Brian Lee, descrive l’impresa turistica locale come una fonte d’orgoglio per tutti gli abitanti locali ma che come una grande ricchezza per i turisti che si uniscono alle guide locali per dei tour memorabili a caccia di granchi nel fango, attraverso il bush o a pesca, tutte cose che offrono una visione genuina della vita tradizionale degli Aborigeni della costa. Consultate il sito: www.kooljaman.com.au.
Rimaniamo in famiglia sul lago Mungo
Graham Clarke discende dalla tribù dei Paakantyi e con le sue visite guidate vi porterà a conoscere le meraviglie del Mungo National Park, considerato un dei più antichi insediamenti umani sul pianeta, risalente addirittura a quarantamila anni fa. Clarke è subentrato agli Harry Nanya Tours, lanciati da suo zio e suo cugino, e ormai guida i turisti attraverso i siti patrimonio dell’umanità nel parco da almeno vent’anni.
Il tour per l’intera giornata esplora l’arida bellezza del prosciugato lago Mungo e passa attraverso gli antichi insediamenti lungo i trenta chilometri di lunette crescenti di dune sabbiose, conosciuti con il nome di Wall of China. “Credo che i turisti stimino molto la terra tradizionale australiana e si rendono conto che gli Aborigeni hanno una connessione profonda con essa. Quindi quando le persone arrivano qui, vogliono sentire storie che vengono dagli abitanti originari e da cloro che discendono da questa tradizione”: Visitate il sito: www.harrynanyatours.com.au.
Cambiare le prospettive nel nord del Queensland
L’anziano Aborigeno Willie Gordon sostiene che i turisti sono spesso sorpresi da quanto i suoi tuor indigeni autentici differiscono dall’immagine forzata degli Aborigeni australiani comunemente diffusa. Gordon è un anziano dei Nugal-warre e parla Guugu Yimithirr ma indossa un cappellino da baseball quando cammina attraverso la sua terra originaria che si estende tra Cooktown e Hope Vale in Queensland. Molto appassionato nel difendere la sua cultura.
La sua spiritualità e le sue conoscenze, nel 2003 ha lanciato la Guurrbi Tours: il suo Rainbow Serpent Tour esplora gli antichi siti di pitture rupestri e il sito della nascita ancestrale del proprio nonno mentre insegna a esplorare il bush e a usare la medicina tradizionale della sua discendenza. “Ci sono molte convinzioni errate a proposito degli indigeni in Australia”, dice Gordon “a volte le opinioni sono viziate dall’idea dell’anzianità di quarantamila anni e del Dreamtime ma mentre mio padre viveva ancora in mezzo alla natura nel 1930, oggi viviamo in una società moderna anche se abbiamo mantenuto intatti i nostri valori culturali. Mio padre mi ha trasmesso delle storie e io sono diventato un narratore e depositario di storie”, conclude. Per maggiori informazioni potete visitare il sito: www.guurrbitours.com
Allenare le future generazioni nel Kimberly
Nel cuore dell’outback del Kimberly, la Home Valley Station è una fattoria operativa posseduta dalla Indigenous Land Corporation e dalla gente Balanggarra. Nella base di Cockburn Range in Western Australia, il paesaggio sensazionale e i tramonti rosso ardenti sono così totalmente australiani, proprio come nell’epico film di Baz Lurhmann “Australia”.
I trentamila visitatori che giungono alla Home Valley Station ogni anno possono aggirarsi tra i siti che hanno fatto da set a vari film. Alternativamente possono scegliere attività più tradizionali come radunare il bestiame, andare a cavallo o pescare nel vicino billabong o fiume. Ciascuna di queste cose contribuisce a formare un quadro più ampio. Non solo gli indigeni sono impiegati praticamente ovunque nella Home Valley Statione ma funge anche da accademia per gli Aborigeni del luogo che vengono avviati alle attività pastorali e ai progammi di hospitality così da provvedere a opportunità di impiego sostenibili per il futuro. Le informazioni più dettagliate le trovate sul sito.