Maggio è un mese interamente dedicato al vino australiano. Stiamo parlando di trentun giorni di degustazioni, sagre e bachetti in cui questo prodotto enogastronomico, che sta attraversando una fase di crescita e sta assumendo sempre più popolarità in tutte le parti del mondo, viene celebrato da tutti i suoi estimatori.
Scopri di seguito assieme a noi tutte le curiosità sul vino australiano e segui l’intervista alla fine dell’articolo con Corinna Wright, una viticultrice dei celebri vigneti Oliver Taranga.
Le colture in Australia: non solo Farm
Spesso e volentieri quando si parla di coltivazioni legate al nuovissimo continente, la mente vola subito alle Farm, ma è importante menzionare come la produzione di vino australiano rappresenti una grossa percentuale del lavoro nel settore primario. Pensa che il suolo australiano è il più antico presente sul pianeta Terra e che i primi filari d’uva sono stati piantati nel lontano 1788.
Il vigneto più vecchio a tutt’oggi operativo è il Langmeil, situato nella Barossa Valley, la regione vinicola più famosa in tutto il continente, il quale risale al 1843; mentre lo Shiraz australiano ha conquistato il titolo di vino più longevo del mondo, considerando che alcuni filari piantati nel corso del 1800 producono ancora oggi succosissimi acini!
Dove viene prodotto il vino australiano?
Il vino australiano viene prodotto in ben 65 regioni vinicole, ognuna con clima, topografia, geografia e terreno unici e sono presenti più di cento tipi di varietà di uva diverse. Le migliori dieci qualità di vino prodotte sono lo Shiraz (26%), lo Chardonnay (25%), il Cabernet Sauvignon (15), il Merlot (8%), il Sauvignon Blanc (6%), il Semillon (5%), il Moscato (4%), il Pinot Grigio (4%), il Comombard (4%) e il Pinot Nero (2%). Le coltivazioni di Chardonnay e Shiraz sono presenti in tutte e 65 le aree vinicole, formando esse insieme più del 50% della produzione nazionale di vino.
Sicuramente il South Australia è il territorio più rinomato per la produzione di vino australiano, oltre ad essere una zona vinicola in costante espansione, ma anche il Victoria, il Western Australia, e il New South Wales possiedono diverse importanti regioni vinicole.
Il Queensland con la sua regione di Granite Belt, invece, possiede un interessante primato: i vigneti più alti sul livello del mare, nonchè alcuni tra quelli più freddi. A tal proposito è curioso notare come, nonostante la posizione geografica, l’Australia abbia delle aree vinicole situate ad una temperatura più bassa rispetto a quelle di Bordeaux, in Francia.
Le curiosità sul vino che non sapevi
Nonostante non sia certo rinomato quanto quello francese o italiano, sapevi che in tutto il mondo vengono bevuti trenta milioni di bicchieri di vino australiano al giorno? Oppure che in una bottiglia sono presenti tra i 600 e gli 800 acini circa? O che un barile può contenere fino a 1200 bicchieri di vino?
Se queste cifre ti hanno sorpreso, ma al tempo stesso ti hanno fatto venire voglia di un sorso di buon vino australiano, sappi che per gustartelo al meglio deve essere conservato ad una temperatura costante compresa tra 10 e 15 gradi Celsius. Siamo certi che una volta assaggiato e terminato, comincerai a soffrire di cenosillicafobia. Se ti stai chiedendo cosa significhi questa parola, sappi che non è nient’altro che la paura di avere il bicchiere vuoto!
L’intervista a Corinna Wright, viticultrice dei vigneti Oliver Taranga
Corinna Wright è una viticultrice di sesta generazione e lavora nella McLaren Vale, in South Australia, per la precisione ai vigneti Oliver Taranga, nei quali produce vino australiano dal 1994.
Come donna in questo business lavorativo ha dovuto affrontare numerose sfide, se si considera che soltanto l’otto per cento dei viticultori australiani è rappresentato da persone di sesso femminile.
“La gente crede che io sia un’addetta alle vendite oppure che faccia parte del settore marketing. Spesso se mi trovo in compagnia di un rappresentante, i compratori danno per scontato che sia lui il produttore di vino” dice la Wright sorridendo.
Ma questa non è l’unica convinzione errata presente nell’universo vinicolo del paese.
“Gli australiani tendono a credere che se il vino proviene dalla Francia, allora è di una qualità superiore. Ma decisamente non è così: anche se parliamo di prodotti di fascia alta, il vino australiano è piuttosto competitivo in termini di qualità“.
Nonostante lo Shiraz sia la varietà più apprezzata e conosciuta in Australia, Corinna Wright afferma che anche altre tipologie di vino stanno cominciando a prendere piede nel continente.
“Alcune regioni stanno cominciando a lavorare con alcune varietà spagnole ed italiane tra cui il Fiano, il Tempranillo e il Vermentino“.
Ovviamente chi lavora in una cantina ha modo di trovarsi ad affrontare situazioni divertenti, eccone qualcuna raccontata direttamente dalla bocca di chi le ha vissute in prima persona!
“Una giovane coppia è venuta qui in vacanza dall’Inghilterra e quando ho chiesto loro dove avrebbero soggiornato, mi hanno risposto che il pomeriggio stesso sarebbero partiti in direzione di Alice Springs, per poi approdare a Darwin il giorno successivo. Li ho guardati un po’ perplessa e ho detto: ‘Non pensavo volaste!’. Loro mi hanno risposto: ‘Ma no, ci andiamo con la macchina!’.
Come non dimenticare, inoltre, quella donna che ha preso e messo in bocca una manciata di noccioli d’oliva precedentemente scartati da altre persone credendo che fossero mandorle zuccherate?”
Potremmo non citare anche i sedicenti intenditori di vino australiano?
“Da noi vengono un sacco di persone che utilizzano termini altisonanti, come per esempio malolattico. E tu capisci da subito che lo stanno facendo per farsi belli con i loro amici”, ride.
Al termine di questa intervista è parso d’obbligo chiedere a Corinna Wright quale fosse il suo vino preferito:
“Beh, ad essere sincera è lo Champagne!”