“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”
Edgar Allan Poe
A scuola impariamo a leggere, scrivere e a contare, ma anche il significato di disciplina e dedizione. Sotto lo stesso tetto dei nostri genitori, invece, impariamo il rispetto delle regole, l’ubbidienza e il valore della famiglia.
E coi viaggi? Cosa s’impara? Cosa rende così speciale l’attività del viaggiare?
Quali sono i benefici di fare la valigia e trasferirti in un altro Paese? A darmi lo spunto per questo articolo è proprio un’altro articolo pubblicato recentemente e condiviso su Facebook, 10 Cose che impari viaggiando e che la scuola non può insegnare (fonte Huffpost travel) che parlava di cosa insegnano i viaggi che non si può imparare a scuola.
Vorrei che questo articolo ne fosse il naturale completamento o l’integrazione, se vuoi, con qualche nota personale. Oltre ai cliché che recitano che viaggiare apre la mente e ti permette di incontrare nuove culture, ci sono molti aspetti che vanno sottolineati e altri su cui è bene fare una distinzione.
Turista o viaggiatore
Innanzitutto va distinto il viaggiatore dal turista.
Il viaggiatore è colui che parte e non sa quando tornerà, è colui che fa un percorso non solo con il corpo, ma anche con la mente e l’anima; il turista assapora l’esperienza di un viaggio che ha un inizio come una fine, che esplora intensamente, ma che sa che una parte di lui è ancora attaccata a casa.
Il turista parte con una valigia piena di vestiti.
Il viaggiatore porta il suo cuore in valigia.
Viaggiare come cambiamento
Un’altro punto su cui ci tengo particolarmente, è insistere sul fatto che noi, in quanto individui, siamo il risultato di una serie di azioni e situazioni.
La nostra persona si definisce per le persone che incontriamo, i libri che leggiamo e i luoghi che visitiamo. La combinazione delle tre dà come risultato noi stessi.
Ti faccio un esempio: Se non avessi letto Il Signore degli anelli e poi guardato il film, non mi sarei documentata sulla Nuova Zelanda e poi sulla vicina Australia. Se non fossi venuta in Australia, non avrei incontrato Antonino Loggia e non gli avrei chiesto di collaborare con Portale Australia; se non avessi fatto questo passo non avrei realizzato davvero cosa voglio fare nella vita, cioè scrivere.
I viaggi che facciamo sono un veicolo non solo per l’acquisizione di nuove informazioni, ma un ponte che ci collega con persone che era destino dovessimo conoscere.
Vuoi sapere sei buoni motivi per viaggiare da soli, non perdere questo articolo: “Sei motivi per viaggiare da soli!”
Non si tratta sempre di persone buone, nobili e coraggiose. Talvolta ci si scontra con l’arrogante, il presuntuoso, il polemico, il maleducato. Quello che ho imparato è che le esperienze all’estero, specialmente quelle negative o dolorose, aiutano a far uscire in te, per reazione, sentimenti “a contrasto”.
Per esempio:
La pazienza non è altro che un rimedio contro situazioni impreviste, scomode e problematiche; l’umiltà è la soluzione contro l’arroganza di molti che pensano di essere migliori di te; la schiettezza è il risultato dopo aver sperimentato l’ipocrisia altrui.
Non è soltanto il nostro corpo a cambiare: i capelli crescono, la pelle si abbronza, i vestiti si trasformano, ma anche il nostro carattere.
E’ la prima volta che viaggi, ti consiglio di continuare la lettura con: “Viaggiare all’estero per la prima volta”
Come dicevo nell articolo “Relazioni oltreoceano: storie d’amore australiane”, spesso scopriamo lati di noi completamente sconosciuti, talvolta anche radicalmente diversi dal nostro profilo “standard”.
Una piccola matrioska si apre per mostrarne una ancora più piccola; la stessa cosa vale con il nostro carattere e la nostra personalità messa alla prova durante il contesto del viaggio.
Dopo quasi dieci mesi, posso affermare con sicurezza che non sono più la persona che ero prima (come diceva anche Eraclito “Tutto scorre”), ho lavorato sulla mia natura più introspettiva e privata, riscoprendo la gioia di stare sola o con poche persone (quelle giuste) piuttosto che in mezzo alla folla.
Lavorando contro le mie paure e le mie debolezze con cui ho dovuto necessariamente confrontarmi qui, ho individuato i miei punti deboli, anche se il percorso per sciogliere questi nodi è ancora lungo.
Quello che accomuna tutti coloro che fanno un’esperienza all’estero o viaggiano per lunghi periodi è l’inevitabile confronto con se stessi, con le proprie contraddizioni, i propri dubbi e sbalzi d’umore.
Credi di essere una persona “Nata per viaggiare”? Scopri tutti i 23 segni per capirlo in questo articolo!
Questioni di prospettiva
Un altro cambiamento evidente, quando sei un viaggiatore è la prospettiva. Tutto è questione di prospettiva. Quando sei dentro ad un edificio la tua prospettiva di esso sarà diversa rispetto a quando lo guardi dal suo esterno.
Quando ti trovi lontano da casa tua per un periodo prolungato, il tuo punto prospettico cambia rispetto a quando eri dentro al Paese; la tua visione cambia e cose prima ritenute banali acquisiscono valore, mentre altre lo perdono.
Non cambia solo la prospettiva di casa, ma anche di ciò che ti circonda. Man mano che si esce dalla propria “comfort zone” e si superano ostacoli considerati prima insormontabili, si acquista sicurezza.
Come Federico che ha fatto skydiving e dopo quell’esperienza incredibile, ha affrontato le incombenze della sua vita con più grinta e determinazione: “Dopo che ti sei buttato nel vuoto da un elicottero e hai trovato il coraggio di saltare, senti ti poter fare tutto, o almeno hai la forza per affrontare la vita con uno spirito nuovo!”.
Anche Sabrina si sente diversa dopo aver fatto le farm: “Non avevo mai vissuto un’esperienza così intensa e faticosa, ma subito dopo aver raggiunto quel traguardo, il mondo mi è sembrato non più una montagna da scalare, ma una dolce collina con tratti di pianura, perché diciamocelo, se ero riuscita a resistere a quelle condizioni così dure, allora potevo pensare di fare qualsiasi cosa!”
Il giusto peso a situazioni, cose e persone
Insieme alla parola prospettiva userei la parola “peso” per concludere questa riflessione su cosa ti insegnano i viaggi e in cosa ti cambiano. Peso nel senso di una migliore considerazione data alle cose.
Te lo dice una permalosa di primo livello, che ha imparato a smussare gli angoli, quando si è dovuta confrontare con realtà in cui non poteva vantare né preparazione né esperienza.
Ma te lo conferma anche Marta, che ha imparato ad alzare i suoi standard di sopportazione quando, ha capito che la stanza che poteva permettersi era una doppia, non una singola, dando meno peso al fatto che la casa fosse vecchia e i coinquilini un po’ vivaci, ma considerando l’eccellente posizione della casa e l’ottimo prezzo.
Adattamento e flessibilità saranno le tue compagne di viaggio migliori, e se non vuoi farti venire un esaurimento per nulla, imparerai presto che i veri problemi quelli grossi sono altri, gli imprevisti quotidiani fanno parte del pacchetto “viaggiatore tutto incluso”.
Conclusione: cosa si impara viaggiando?
Viaggiare é molto più di un banco colorato in cui sedersi e imparare la lezione “mondo”, é come una vera propria scuola di formazione per la vita, con esami da superare, compagni di scuola e insegnanti, che richiede impegno, costanza e dedizione, ma riserva anche fantastici risultati finali, decisamente migliori di un voto in pagella.
Sulla pagella del viaggiatore, non c’é spazio per numeri, ma solo per esperienze, nuovi amici, luoghi meravigliosi e un bagaglio culturale fatto di ricordi ed emozioni.