Bilancio dopo il primo mese a Sydney per una laureata senza mestiere
Sono trascorsi poco più di quaranta giorni da quando sono arrivata a Sydney e sono pronta a fare il primo bilancio di quest’avventura down under. Premetto che ho 28 anni, ho lasciato un lavoro in Italia come commessa, sono laureata in Arte e in Storia e amo leggere e scrivere.
Prima di partire non mi sono documentata granché sul lavoro, sicura del fatto che non fosse un grosso problema trovarlo in un Paese dove l’economia risulta florida e in continua crescita e non ho nemmeno preparato un curriculum in inglese, per colpa dei troppi impegni pre-partenza.
Due gravi errori che col senno di poi avrei potuto evitare e che consiglio vivamente di non ripetere a tutti coloro che intendono partire nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. Preparate una bozza di un curriculum in inglese e documentatevi sull’offerta lavorativa presente in Australia, su quante ore potete lavorare in base al vostro visto e per quanto tempo con lo stesso datore di lavoro, che tipo di mansioni potreste prendere in considerazione. Essere preparati e consapevoli è un vantaggio importante che vi aiuterà ad essere competitivi e a trovare impiego più facilmente.
Un altro punto, ahimè dolente, è il titolo di studio. Pur avendo due lauree e conoscendo abbastanza bene l’inglese, scritto e parlato, non è affatto sicuro che si riesca a trovare un lavoro coerente con il vostro titolo di studio. Molti datori di lavoro non prendono in considerazione i giovani che hanno il Working Holiday o lo Student Visa, mentre altri non attribuiscono lo stesso valore che avrebbe in Italia al vostro titolo di studio.
Capite bene qual è il risultato: sebbene le richieste di lavoro siano numerosissime, pochi sono i candidati che hanno le qualità giuste per questo genere di lavori, quali receptionist, manager, teacher, marketing assistant e la lista potrebbe continuare.
A questo punto bisogna fare un passo indietro e con umiltà e buona volontà cercare lavori come kitchen hand, waiter/waitress, dishwasher, cleaner, promoter, chef, barista, pizzaiolo, shop assistant, hairstylist o beautician Facile, direte voi. Difficile per me che non ho mai fatto lavori pratici, che richiedono un “mestiere” e di cui quindi non ho alcuna esperienza, eccetto la commessa. Capita così spesso di non venire considerata, o perché goffa nel portare i piatti, o perché troppo gracilina per poter fare la lavapiatti, o perché incapace di sollevare sacchi di farina.
Non dimenticatevi che per poter lavorare in Australia occorre richiedere il Tax File Number, un numero di nove cifre che corrisponde ad un codice identificativo che registra ogni vostra attività lavorativa; questo tuttavia non significa che tutti i datori di lavoro lo richiedano, poiché spesso adottano la soluzione “cash in hand”, ovvero denaro contante consegnato al lavoratore.
Il mio consiglio è di non essere timidi per quanto riguarda il proprio compenso e di chiedere sempre prima, con educazione e garbo naturalmente, il salario, gli orari e i turni, per evitare brutte sorprese a lavoro iniziato. Io stessa, mai stata brava a parlare di soldi con il datore di lavoro, dopo le prime tre sgradevoli esperienze ho imparato la lezione. Pensate sempre che chiedere non costa niente!
Cercare un lavoro è un lavoro
Non illudetevi! Continuate a cercare lavoro! Anche quando vi promettono che vi chiameranno l’indomani per comunicarvi i turni, o vi dicono che sono soddisfatti del lavoro che avete fatto, non credetegli finché non vi avranno pagato la prima volta. Purtroppo, da brava ingenua, credo nelle persone e ho fiducia in loro e così facendo ho perso un paio di occasioni interessanti. Anyway, è la vita! Le proprie scelte portano a delle conseguenze, talvolta positive, talvolta negative.
Ma come si cerca lavoro? Nelle prime settimane ho usato esclusivamente internet e inviato curriculum attraverso Gumtree.com o Seek.com, con scarso successo. Molti amici, compagni di scuola e insegnanti, mi hanno suggerito, invece, di consegnare direttamente i curricula, in inglese “resume”, nei negozi, nei bar e nei ristoranti.
Spesso si possono vedere annunci appesi alle vetrine con la posizione lavorativa ricercata, ad esempio “Staff wanted”, “Now hiring”. In questi casi entrate, chiedete del manager e lasciate il vostro curriculum. Le possibilità di essere ricordati sono decisamente più alte se vi presentate direttamente sul posto di lavoro “face to face” con il boss.
Un’ultima considerazione per quanta riguarda le agenzie di marketing o le agenzie no profit. Ho lavorato per qualche giorno per un’agenzia di marketing, felicissima di aver trovato un lavoro più coerente con la mia esperienza e i miei studi, peccato che, in realtà, i compensi fossero proporzionali alle vendite e non avendo la confidenza linguistica, né la sicurezza che ho con l’italiano, ho lasciato dopo tre giorni (full time 10 ore al giorno), realizzando di aver guadagnato su per giù 80 dollari.
Attività di questo genere potrebbero essere una soluzione lavorativa interessante solo quando avrete un inglese solido e un’entrata fissa garantita, ottimo come secondo lavoro, ma non come prima fonte di sostentamento. La vita a Sydney è cara e non è possibile prendersi il lusso di spendere molte ore e non avere nulla in cambio.
Dopo varie peripezie, ho finalmente trovato un lavoro part-time in una gastronomia. L’ambiente è cordiale e rilassato, sto imparando molto sul customer service e sto letteralmente arricchendo il mio vocabulary con nomi di frutta e verdura, erbe, tipi di carne e formaggi. Nel frattempo sto cercando un altro lavoretto per la settimana e continuo a studiare inglese ogni giorno.
Sono passati poco più di quaranta giorni dal mio arrivo a Sydney. Non credete a chi vi dice che è facile trovare lavoro. Talvolta è questione di fortuna o di tempismo. Altre volte di buona volontà e scelte giuste. Certo è che all’inizio, ciò che conta veramente non è il vostro titolo di studio, ma l’esperienza maturata nel settore, la vostra grinta, la vostra energia e il vostro sorriso.
Non rimpiango assolutamente di aver studiato tanto sui miei amati libri, ma in questo primo mese a Sydney, più di una volta ho invidiato tutti coloro che sanno fare un mestiere, che sono professionisti nel loro settore, che sanno mettere in pratica quello che hanno imparato nella vita. Magari non è il loro sogno nel cassetto, ma hanno saputo rimboccarsi le maniche e diventare i migliori nel loro campo.
A loro va tutta la mia stima.
ve lo scrive una laureata, senza mestiere….
Perché trasferirsi in Australia?
Perché sono andata per esclusione…
L’Inghilterra era troppo gelida e piovosa e io sono una freddolosa cronica. Londra, poi, aveva la fama di essere piena di Italiani e molto cara (cosa che poi si è rivelata anche Sydney, a dire il vero). Per quanto riguarda l’America, le pratiche burocratiche mi sono parse fin da subito un ostacolo insormontabile, insieme al fatto che, in generale, non ha una buona reputazione in fatto di sicurezza. L’Australia mi ha sempre affascinato perché una terra poco, o dovrei dire quasi completamente, sconosciuta, dai paesaggi mozzafiato e dal clima gradevole. Ecco il perché di questa scelta! Ah, e poi sono una super fan de “Il Signore degli Anelli” e conto di riuscire a vedere la Nuova Zelanda prima di tornare a casa.
La verità è che mi sono scoraggiata subito. Avrei voluto cercare nel settore dell’insegnamento, ma i titoli di studio che possiedo non sono equipollenti a quelli richiesti per queste mansioni, comprese le insegnanti della Primary School, o l’aiuto per il pre o il post scuola. Ho provato anche nei Musei, ma davvero molto spesso i Working Holiday non sono presi in considerazione e quindi, con umiltà e un po’ di sconforto ho fatto marcia indietro. Per entrambi ho usato i motori di ricerca Seek.com, Gumtree.com, ma anche il sito del governo australiano.
L’impatto con la ristorazione è stato drammatico. Non ho mai lavorato nel settore ed ero terribilmente agitata e impacciata. “No, non so portare tre piatti, ma posso imparare” era la mia classica risposta alla domanda “Hai esperienza?”. Ciò che a qualcuno sembra un’idiozia, a me sembra un ostacolo insormontabile. Ma ci sto lavorando, perché del resto la cameriera o la barista sono due lavori per cui c’è sempre un’ampia richiesta. Sì, ho lavorato per Italiani, ma sono stati abbastanza cordiali, anche se molto diretti con me. Il sottotesto di: “Sei carina e garbata” era “Sei imbranata”. Ma non posso dire di lamentarmi per il trattamento ricevuto nel complesso, in alcuni casi estremamente gentile, in altri estremamente rude.
Se potessi tornare indietro, farei un corso di pasticceria, una delle mie grandi passioni! Se avessi avuto la tecnica giusta da combinare alla mia passione avrei avuto molte più porte aperte. Ma non è detto che sia finita, spero ancora che un pasticcere gentile e disponibile, abbia bisogno di una ragazza tuttofare con una passione genuina per il settore e che sia disposto a insegnarle il mestiere. Il mio sogno è lavorare come pasticcera in una piccola caffetteria, dove si servono anche tè speciali e magnifiche torte, biscotti e cupcakes; un locale dove si può scrivere e leggere in tranquillità, sicuri, protetti e confortati dal profumo di pasticceria fresca, panna montata, caffè e crema pasticcera.
Non ho una giornata tipica. Normalmente mi alzo presto, faccio doccia e colazione, controllo email e offerte di lavoro e se sono free la mattina, faccio sempre un giro a consegnare qualche curricula. Poi posso prepararmi per andare a lavoro; al momento lavoro in un supermercato venerdì, sabato e domenica, faccio la cleaner due ore a settimana e la cameriera due, tre sere a settimana. Ogni giorno cerco di leggere qualche pagina in inglese o di guardare un film in lingua, ma dedico sempre qualche momento anche alla scrittura e ai libri e al fidanzato ovviamente, che è qui in Australia con me.