Indipendentemente dall’età, dalla città di provenienza o quella di adozione, dalla professione e dal titolo di studio, trasferirsi in un paese straniero comporta sempre delle difficoltà.
E l’Australia, per quanto ci possa sembrare simile all’Italia, non è da meno. Resta infatti un paese culturalmente diverso dal Belpaese grazie alla sua tradizione anglosassone, storicamente poi è una nazione molto giovane e a livello umano è uno stato ampiamente multiculturale.
Sono tanti, tantissimi infatti gli italiani (ma non solo, ovviamente) che ogni anno, dopo un periodo più o meno lungo in Australia, decidono di rientrare in patria perché “qui non si trovano”.
Tralasciando adesso i problemi di natura privata o lavorativa che li spingono a rientrare in Italia, quali possono essere gli altri motivi che possono portare una persona ad abbandonare l’Australia? A mio avviso, la ragione principale è la mancata integrazione.
Purtroppo, sono moltissimi gli italiani (così come altri stranieri) che infatti hanno problemi ad inserirsi completamente nella realtà australiana. Ciò significa anche non godere a pieno di quest’esperienza all’estero (soprattutto se temporanea), o non viverla con il giusto spirito. Ho sentito moltissime persone lamentarsi che gli australiani sono freddi, inospitali e che non li accettano perché stranieri.
Indubbiamente, tra i 22 milioni di persone che popolano questo paese, ci saranno degli individui poco socievoli o poco aperti con gli altri, ma fare di tutta l’erba un fascio è sempre profondamente sbagliato. Gli australiani non sono freddi e inospitali, anzi. È un popolo molto accogliente e socievole. Ma il loro concetto di amicizia e il modo di relazionarsi tra loro e con gli altri sono tipici della cultura anglosassone, e profondamente diversi dai nostri (sicuramente più calorosi) modi italiani. Hai intenzione di trasferirti a Sydney? Non perdere “Vivere a Sydney: qualche precauzione“.
Per evitare quindi di sentirsi isolati, emarginati o non accettati in quanto italiani in Australia, bisogna cercare di integrarsi in questo paese. Purtroppo non sempre ci si riesce, spesso ci si sente incompresi, e nei casi più estremi questo comporta un rientro anticipato in patria (e un cattivo ricordo del tempo passato in Australia). E allora, presi dalla tristezza, dalla delusione e in parte anche dall’umiliazione di non “avercela fatta”, si accusa questo paese freddo e inospitale. È facile puntare il dito contro gli altri, fare la vittima e pensare che “sono gli altri che non ci vogliono”. Ma la realtà è ben diversa.
La realtà è che non ci siamo integrati noi, sia per mancanza di volontà, che per mancate possibilità.
Ma cosa vuol dire mancata integrazione? Quali sono i motivi per cui una persona non riesce/vuole inserirsi a pieno nella realtà che la ospita? Non potendo ovviamente parlare per ognuno di voi, ecco quali sono secondo me i maggiori ostacoli all’integrazione in un paese straniero.
Scarsa conoscenza dell’inglese
Nel pratico, comprendere e parlare la lingua del posto è essenziale per frequentare la scuola o trovare lavoro, per fare amicizia con persone che non siano nostri compaesani, e in generale per sopravvivere alle piccole necessità di tutti i giorni. Tutto ciò potrebbe sembrare ovvio, ma tristemente non è così per molti, che possono passare mesi e mesi (e anche anni) in un posto, senza imparare minimamente la lingua. Ognuno ha un modo diverso per imparare una lingua straniera, e ognuno ha decisamente i suoi tempi, ma per osmosi nessuno l’ha mai imparata! Leggete, scrivete, studiate, guardate, parlate: lanciatevi ed osate! È vero che qui in Australia, grazie alle migrazioni recenti e meno recenti, ci sono tantissimi italiani, ed è relativamente facile trovare lavoro “tra italiani” anche senza una perfetta conoscenza dell’inglese, ma se si vuole migliorare, avanzare nel lavoro, ed espandere i propri orizzonti, bisogna impegnarsi al massimo per migliorare il proprio inglese.
Attaccamento all’altra vita
L’essere tutti connessi in qualsiasi momento, il voler rimanere partecipi sempre e comunque dell’altra vita, portano via prezioso tempo che potremmo invece dedicare al costruire una vita qui. Ovvio, è più facile comunicare nella nostra lingua madre ed è di gran conforto potersi sentire ancora ancorati al mondo in cui siamo cresciuti: non è facile (e neanche pensabile) tagliare i ponti ed eliminare le comunicazioni, e non è di questo che parlo. Io mi riferisco all’essere costantemente col cellulare o il tablet in mano, passare da chat a chat, e da videochiamata con gli amici a quella con la mamma. Tutto questo non è produttivo, anzi! Prima di tutto perché fa sì che continuiate a parlare la vostra lingua invece che comunicare in quella che dovreste imparare, e secondo perché è uno spreco di tempo prezioso che potreste invece dedicare a scoprire e conoscere posti e persone nuove. Fissatevi un limite di tempo in cui “parlare con casa”, e cercate di limitare i contatti con l’Italia a quel periodo. Il resto del tempo passatelo a stretto contatto con gente vera, reale, con cui potete parlare di persona e non attraverso lo schermo di un computer.
Mancato interesse
Per farlo bisogna uscire, scoprire, frequentare locali e persone, informarsi ed essere aperti a nuove esperienze. Indipendentemente da quanto lunga sia la vostra permanenza in un paese straniero, il tempo non sarà mai abbastanza per conoscere a fondo il posto che ci ospita. Soprattutto dal punto di vista culturale. E allora approfittatene, uscite, andate e imparate tutto quello che potete sulla vostra nuova città.
L’Australia è semplicemente meravigliosa: è un paese unico sotto così tanti punti di vista e non vi basterà una vita intera per vederla tutta (come si deve). Restare chiusi nel nostro riccio e nella protezione della nostra lingua e dei nostri contatti, è il miglior modo per rimanere sempre uno straniero, un visitatore, e un outcast. E non c’è cosa peggiore che dover lasciare un posto e rendersi improvvisamente conto delle tantissime cose che ancora non abbiamo fatto, o dei tantissimi posti che ancora non abbiamo visto. E allora uscite, andate a scoprire i musei di Melbourne, o le spiagge di Sydney, i locali di Perth o i negozi di Adelaide. Andate, fate, vedete, divertitevi e godete a pieno di ogni minuto che avete a disposizione.
Cosa fare per integrarsi
A volte, soprattutto nel contesto dell’espatrio, ci si deve lanciare in attività nuove, per quanto possano incutere timore inizialmente: che sia un corso di cucina, un workshop di fotografia, o una serata di balli di gruppo, non tiratevi indietro… approfittate di ogni occasione per uscire, farvi coinvolgere, e diventare parte della comunità che vi ospita. L’integrazione non avviene da sola, non avviene nel corso di una notte e non avviene per obbligo. È un processo lungo e complicato, che richiede tempo, dedizione, ma soprattutto volontà.