I giornali, le radio e le televisioni molto spesso riferiscono di ricerche massicce in alcune regioni remote dell’outback, per ritrovare una o più persone che si sono perdute o sono rimaste bloccate. Nella maggior parte dei casi queste ricerche culminano in un successo ma in altri purtroppo no. Nell’Aprile del 2005 due uomini su una vecchia Land Rover rimasero bloccati nel deserto dell’outback in Western Australia dove il loro veicolo andò in avaria.
Avevano solo venti litri di acqua a disposizione e neanche una goccia di carburante in più oltre a quello che c’era nel serbatoio, nessuna radio per comunicare, solo un telefonino e un cane per compagnia. L’ultima volta erano stati avvistati presso un insediamento aborigeno sul percorso raramente usato noto col nome di Talawana, a est della città di Newman che sorge nell’entroterra. Erano morti almeno da una settimana quando un comando che passava di lì incrociò per caso il loro veicolo insieme ai loro corpi (e a quello del cane) nei pressi dell’intersezione con la Canning Stock Route. I due uomini erano australiani e non sono stati di certo i primi nativi del continente a perdere la vita nell’outback come conseguenza di una disavventura.
I percorsi abbandonati e i pericoli connessi
Passando attraverso la più remota e ostile regione del deserto australiano, la Canning Stock Route fu usata fino al 1958 per trasportare merci a nord partendo dalla regione di Kimberly, in Western Australi. Si tratta di una pista lunga oltre duemila chilometri che parte da Wiluna, novecentocinquanta chilometri a nord est di Perth, fino ad Halls Creek, nel nord. Lungo questo percorso non crediate che si avventurino solo gli imprudenti, poiché vi troverete all’incirca tremila persone ogni anno, inclusi i turisti d’oltreoceano. Se gli australiani stessi, che dovrebbero conoscere bene il loro paese, corrono il rischio di rimanere bloccati, perdersi, soffrire la fame o morire nell’outback australiano, i non australiani dovrebbero sicuramente prendere consapevolezza dei reali pericoli che esistono nell’entroterra più desolato del paese. A titolo di esempio vi raccontiamo due vicende: nel 1999 un turista americano fu ritrovato dopo aver vagato per quarantadue giorni nel Gran Deserto Sabbioso; nel 2002 un turista tedesco rimase bloccato per tre giorni dopo essersi impantanato sulla Canning Stock Route. Sono stati entrambi ritrovati perché la loro scomparsa è stata denunciata e perché sono state intraprese delle ricerche che hanno avuto successo. Quindi rimanere bloccati in aree remote e isolate e perdersi nel bush è uno dei più grandi pericoli dell’outback e riguarda sia gli australiani che i turisti.
Siate preparati
– Che vi troviate nel deserto o nel bush, armatevi di una mappa aggiornata, preferibilmente dettagliata, che includa tutte le risorse idriche e le comunità più vicine al vostro percorso. Procuratevi anche un sistema di posizionamento globale e un indicatore luminoso d’emergenza per segnalare la vostra posizione (EPIRB: emergency position indicator radio beacon).
– Informate sempre qualcuno del fatto che vi state avventurando nell’outback, delle strade che intendete percorrere e di quando pensate di raggiungere la vostra destinazione.
– Se viaggiate su strada e state progettando di percorrere grandi distanze, sottoponete il vostro veicolo a una revisione complessiva prima di partire.
– Per i lunghi viaggi portatevi ruote di scorta, carburante extra, olio per il motore, cinghie della ventola, chiavi inglesi. Portate anche dell’acqua distribuita in più contenitori.
– Se il vostro veicolo va in avaria o rimane impantanato, rimanete vicino ad esso poiché sarà più facile individuarvi se starete a fianco a un grosso oggetto, come può essere un fuoristrada, in caso di ricerche. Non partite per soccorrere qualcuno se non sapete esattamente dove state andando e come fare per arrivarci.
– Non affidatevi ai telefoni cellulari per le chiamate d’emergenza. Potrebbe non esserci segnale nel punto in cui vi trovate.
Perdersi nel bush
– A meno che non siate particolarmente ferrati nel calcolare la vostra posizione, magari con l’aiuto di un sistema di posizionamento globale, rimanete sui percorsi appropriatamente segnalati.
– Se siete in una zona che non vi è familiare, mantenete una distanza di sicurezza dai cigli rocciosi.
– State attenti al pericolo che può provenire da alcuni animali. Per esempio, nella zona nord d’Australia il pericolo più rilevante potrebbe essere rappresentato dai coccodrilli d’acqua salata.
– Gridate aiuto. Se non siete in un’area troppo remota, qualcuno potrebbe sentirvi e venire a salvarvi.
Ovviamente queste sono solo le regole cardine ma in ogni caso è importantissimo stare sempre all’erta, prendere le adeguate precauzioni, evitare le situazioni a rischio e procedere sul versante delle cautela.