Secondo i dati della Bank for International Settlements (Banca dei regolamenti internazionali), i prezzi delle case in Australia sono tra i più alti al mondo se comparati con il reddito medio e con i prezzi degli affitti; tuttavia l’istituto rileva anche come la crescita reale dei prezzi nel continente sia stata piuttosto stagnante se valutata sulla base degli andamenti di lungo periodo.
L’Australia nelle classifiche economiche mondiali sulla casa
L’ultimo numero della rivista trimestrale pubblicata dalla banca e dedicata alle condizioni abitative globali, colloca il mercato immobiliare australiano al secondo posto tra i più costosi del mondo sulla base di un indice stagionale delle economie avanzate adeguato all’inflazione. Davanti l’Australia ha solo la Norvegia mentre a seguire ci sono Gran Bretagna e Svezia. Nella classifica stilata l’Australia ha totalizzato duecento punti, laddove la cifra di base che rappresenta la media degli stati campione presi in esame è di cento. Per quanto riguarda poi il rapporto con i prezzi di affitto, che serve per valutare la capacità teorica della rendita d’affitto per coprire i costi di ipoteca, l’Australia si colloca comunque come uno dei mercati più cari al mondo.
La BIS, che ha sede a Basilea e che di fatto è una sorta di banca centrale delle banche centrali di tutto il mondo, in questo settore assegna all’Australia un punteggio pari a centocinquanta, ben cinquanta punti oltre la media storica del gruppo campione e inferiore soltanto a quello di Svezia, Canada e Norvegia. Lo stesso può dirsi per il rapporto con i redditi che riflette le reali possibilità di acquisto. In questo campo l’Australia raggiunge i centoquaranta punti, collocandosi così appena dietro al Belgio, più altamente quotato, ma allo stesso livello di Canada e Nuova Zelanda. Secondo la BIS; i dati rilevati sulla base di questi parametri potrebbero indicare un rovesciamento o una moderazione della recente crescita o, al contrario, un ulteriore slittamento dei prezzi.
I rischi per l’economia australiana
Infatti secondo la BIS, i mercati piazzati nelle posizioni più alte dell’indice relativo al rapporto coi redditi sono molto vulnerabili. Un esperto dell’istituto sostiene che: “Mentre per molti paesi il rapporto attuale implica che i movimenti dei prezzi non divergono dai valori d’affitto in modi che rivelano una qualche forma di insostenibilità, per un certo numero di nazioni i prezzi correnti delle proprietà sono molto più alti di quelli implicati nelle storiche relazioni d’affitto. In questi mercati, tra i quali è inclusa anche l’Australia, è possibile che si verifichi un aggiustamento dei prezzi in futuro“. E questo nonostante gli aumenti annuali dei prezzi in Australia siano da considerarsi moderati in relazione alle stime di lungo periodo.
Sulla base di questo parametro i prezzi nel continente sono rimasti pressoché stazionari negli ultimi tre anni, sebbene dei dati nazionali recenti abbiano suggerito un netto aumento dei prezzi a Melbourne e Sydney negli ultimi dodici mesi. I dati suggeriscono che i mercati immobiliari in Australia si stanno già raffreddando e che continueranno a farlo. Anche se questa situazione potrebbe cogliere di sorpresa gli investitori e i proprietari di casa che cercano di accumulare in quello che ritengono un settore caldo, fornirà un aiuto alla Reserve Bank of Australia, intrappolata tra l’esigenza di investire la rendita data dagli interessi per indirizzare le quotazioni del dollaro da un lato e la debolezza economica e le paure di alimentare ulteriormente l’inflazione dei prezzi delle case.