Il vostro futuro capo australiano vuole sapere come vi comporterete quando sarete a lavoro nella sua azienda, perciò potrebbe farvi parecchie domande su come lavorate, come vi rapportare con le altre persone o su come vi vedete per indagare forze e debolezze. Anche se alcune domande possono apparire semplici e “innocue”, è bene essere preparati perché spesso la risposta che il vostro intervistatore cerca non è nelle esatte parole della vostra risposta ma tra le righe. Noi proviamo ad aiutarvi a capire come tenere sotto controllo la situazione facendo arrivare al reclutatore esattamente le cose che volete gli arrivino.
64) Descrivi una tua tipica settimana lavorativa.
(Describe a typical work week).
In risposta a questa domanda gli intervistatori di solito si aspettano che i candidati per un impiego descrivano in dettaglio cosa fanno mentre lavorano. Prima di rispondere fermatevi un momento a riflettere sul lavoro cui aspirate e pensate sotto quali aspetti i vostri precedenti impieghi possono essere paragonati ad esso. Più siete in grado di connettere le vostre passate esperienze al lavoro proposto, più la vostra risposta sortirà un sicuro successo. Sembra abbastanza ovvio che non è una buona idea parlare di attività non lavorative che svolgete nel tempo che dovreste dedicare all’azienda, come per esempio del fatto che in genere arrivate tardi perché dovete accompagnare i vostri figli a scuola o che amate prendere una lunga pausa pranzo per poter andare in palestra. Mantenete la vostra risposta concentrata sul lavoro in modo da dimostrare al reclutatore che siete organizzati ed efficienti, dicendo ad esempio: “La prima cosa che faccio ogni lunedì mattina è controllare la mia segreteria telefonica e la mia email, poi organizzo le mie attività settimanali secondo una scala di priorità”.
65) Ti consideri una persona di successo?
(Do you consider yourself successful?)
Quando vi viene rivolta questa domanda durante un colloquio dovete tenere presente che il vostro intervistatore stra cercando di capire in che modo avete lavorato nel corso del vostro precedente impiego. Se non vi ritenete una persona completamente di successo, la cosa è comprensibile ed è quello che capita ai più, pensate alla domanda come a un’occasione per discutere le caratteristiche professionali delle quali andate fieri o per mettere in luce un punto particolarmente rilevante della vostra passata storia lavorativa.
Suggerimenti per rispondere bene
La parte più facile della vostra risposta consiste nell’affermare con decisione che vi considerate persone di successo: assicuratevi di guardare il reclutatore dritto negli occhi e di pronunciare la vostra affermazione con fiducia e sicurezza, il compito più difficile deve ancora venire. Questo consiste nel motivare e sostenere la vostra asserzione a proposito di voi stessi. Tanto per cominciare dovreste avere tra le mani una copia del vostro curriculum in modo da poter rivedere ogni posizione occupata ed elencare i vostri risultati in ciascuna di esse, non importa se grandi o piccoli. Preparatevi a descrivere le situazioni difficili o le sfide che avete dovuto fronteggiare curando di aggiungere le capacità e le conoscenze che avete dovuto attivare per sostenerle e superarle. Analizzate i requisiti richiesti per il lavoro cui aspirate e focalizzatevi sulle vostre caratteristiche che più corrispondono alle qualifiche del candidato ideale, qualifiche che potrete facilmente reperire nell’annuncio di lavoro o sul sito ufficiale della compagnia. Dopo aver gettato delle solide basi per dimostrare il vostro successo professionale potete aggiungere dei traguardi personali come essere un padre devoto o un maratoneta esperto, tanto per completare la vostra risposta.
66) Lavori bene con altre persone?
(Do you work well with other people?)
I manager addetti alle assunzioni spesso menzionano tra le domande fatte ai colloqui che non ottengono buone risposte, quelle a proposito del lavoro con altre persone. Le aziende vogliono sapere quanto lavorerete in sintonia con gli altri e perciò vi conviene rispondere esagerando un po’ la cosa dal momento che, a quanto pare, le risposte standard non sono molto incoraggianti.
Soft Skills
Sapere lavorare bene con gli altri è importante perché anche se il vostro impiego non dovesse richiedere di comunicare molto, avrete comunque la necessità di trattare in maniera professionale con le persone con cui lavorate. Le società sono interessati alle vostre soft skills (le competenze relazionali e umane in generale) in quanto parte delle vostre hard skills (le capacità tecniche e, come tali, quantificabili). Per questo, indipendentemente dal tipo di lavoro, i manager non amano assumere persone che hanno difficoltà a relazionarsi perché potrebbero causare problemi e conflitti sul posto di lavoro. Non ha senso per loro esaminare candidati che non hanno delle buone soft skills anche se hanno delle solide qualifiche per il lavoro.
Ampliate la vostra risposta
Spesso i candidati rispondono a questa domanda dicendo semplicemente: “Mi piace lavorare con altre persone”, senza fornire ulteriori spiegazioni o ampliare la propria risposta. Tutti possono dire che lavorano bene con la gente ma la cosa veramente importante è spiegare all’intervistatore in che modo voi riusciate ad ottenere questo risultato. Come potete allora evitare la trappola di una risposta traballante e indecisa e parlare invece in maniera così equilibrata da fa capire che siete tanto di svolgere lavori che richiedono una grande interazione con la gente quanto lavori che non ne richiedono affatto? Cosa fate per rendervi una persona piacevole agli altri sul posto di lavoro? Questo è quello che il manager addetto alle assunzioni vuole sapere. Quello che è importante mostrare al vostro futuro datore di lavoro sono le capacità che avete e il modo in cui le avete utilizzate: dovete fare esempi tratti dalla vostra reale esperienza.
Suggerimenti chiave per rispondere
La prima cosa importante è specificare il tipo di interazioni con persone per voi interessanti o quelle nelle quali siete particolarmente esperti. Oltre a specificare quanto lavorate bene coi capi, coi colleghi, coi clienti, coi venditori e in generale con le persone, dovreste anche parlare di quali risultati riuscite a ottenere nel corso delle vostre interazioni. Eccovi alcuni esempi plausibili di cosa potreste raggiungere grazie alle vostre soft skills:
– Valutare le capacità, i tratti della personalità e l’etica lavorativa dei candidati attraverso l’utilizzo di tecniche di intervista comportamentale.
– Motivare i vostri subordinati a migliorare le loro prestazioni.
– Condurre una discussione di gruppo in modo tale da includere diversi punti di vista e ottenere consensi.
– Sviluppare rapporti piacevoli coi clienti determinando la loro preferenza per prodotti e servizi dell’azienda presso cui lavorate.
– Ascoltare attivamente e con empatia per incoraggiare i clienti a condividere le loro emozioni e i loro problemi.
– Creare e mettere in pratica sessioni di formazione in grado di catturare l’uditorio in un procedimento di apprendimento attivo.
– Riferire notizie difficili a impiegati segnalati per il licenziamento.
– Mediare i conflitti tra impiegati e clienti.
– Risolvere le lamentele dei clienti con pazienza e creatività.
Fate degli esempi
Il prossimo passo per dare una risposta convincente a questa domanda è fare degli esempi di concrete situazioni lavorative in cui vi siete serviti delle vostre capacità relazionali. Preparatevi dei racconti tratti dalla vostra esperienza per convincere il datore di lavoro che possedete realmente queste risorse. I vostri aneddoti dovrebbero contenere il come, il quando e il dove avete applicato le vostre capacità e i risultati che ne sono conseguiti. Scegliete bene i vostri esempi tra quelli che più si adattano alle qualità richieste per il nuovo lavoro cui aspirate.
67) Come vedi te stesso ? A chi ti paragoni?
(How do you view yourself? Who do you compare yourself to?)
Abbiamo già esaminato domande del tipo: “Parlami di te” oppure “Descrivi te stesso”. Queste domande, come altre, possono assumere varie forme, una delle quali è appunto: “Come vedi te stesso? A chi ti paragoni?” Come in altri casi la domanda è mirata a identificare i vostri punti di forza e a stanare le vostre debolezze, così dopo avervi già dato alcuni esempi concreti di buone risposte, vi diamo di seguito dei suggerimenti più sul versante teorico per costruire al meglio la vostra personale risposta.
Il miglior modo di rispondere
Lo dovreste già sapere: il modo migliore di rispondere è condividere i vostri punti di forza che meglio si adattano alle qualifiche richieste per il lavoro. Però questa volta oltre a discutere le capacità che sono rilevanti per il lavoro dovreste aggiungere altre qualità personali magari non particolarmente attinenti al lavoro ma che provvederanno a fornire un’aria di autenticità alla vostra presentazione. Per esempio se state sostenendo un colloquio per un lavoro in ambito pubblicitario dovreste menzionare il fatto che vi ritenete una persona creativa ma anche aggiungere che amate il rischio e praticate il paracadutismo o il bungee jumping
Occhio (e orecchio) alle domande seguenti
Siate pronti a rispondere alle domande che potrebbero seguire a questa come ad esempio le richieste di fare esempi di una qualunque tra le qualità che avete citato. Preparatevi a riferire situazioni reali in cui avete applicato le vostre abilità senza tralasciare ovviamente l’esito che ne avete avuto. Un altro tipo di domande che potrebbero seguire sono quelle a proposito delle vostre debolezze, soprattutto nel caso in cui abbiate fornito un’immagine totalmente positiva di voi stessi. In questo caso il modo migliore per rispondere è menzionare una debolezza che di per sé non possa compromettere il buon esito del colloquio. Per esempio potete fare riferimento a un punto debole che non sarebbe rilevante per il vostro lavoro o a uno che può essere trasformato in una forza o ancora a una debolezza sulla quale avete lavorato e che quindi non è più tale.
Paragonarsi ad altre persone
Alcuni datori di lavoro potrebbero chiedervi di paragonarvi a qualcun altro, sempre nell’ottica di determinare con più chiarezza in che modo vedete voi stessi. Generalmente fareste bene ad avere un approccio umile, evitando di paragonarvi a figure iconiche del mondo degli affari, della politica o dello spettacolo. Una tattica ancora più efficace potrebbe essere quella di citare una personalità che vi è d’ispirazione come un fratello maggiore, un genitore, un insegnante o un mentore. La chiave per essere convincenti è puntare ad alcune qualità comuni che vi rendono simili a quella persona. Potreste per esempio dire: “Sono molto simile a mio padre, è stato lui a instillarmi una vibrante curiosità per i fenomeni scientifici”. L’obiettivo da raggiungere nel rispondere a questa domanda è arrivare a un’affermazione che vi presenti in una luce positiva ma allo stesso tempo umile e autentica.
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