Intervista a Chiara Ghirelli: due anni dopo
Noi di Portale Australia l’abbiamo intervistata due anni fa quando Chiara Ghirelli era arrivata da poco in Australia e aveva appena trovato lavoro grazie ad una efficacissima cover letter e ad una determinazione encomiabile, ora dopo due anni abbiamo voluto chiederle come sta proseguendo il suo percorso qui nella Terra dei Canguri accanto a fidanzato Emilio.
Rinfresca la memoria ai lettori e racconta chi sei e cosa ci fai in Australia?
Sono Chiara, una 32enne romana arrivata a Sydney con un Working Holiday Visa nel luglio 2012 assieme al mio fidanzato Emilio. Mi sono laureata in Lingue e Comunicazione Internazionale nel 2006 (studiando cinese come prima lingua), ho frequentato un semestre di approfondimento linguistico presso la Yunnan University di Kunming (nel sud della Cina) e un corso per Esperti di Internazionalizzazione di Impresa presso la fondazione FORMIT a Roma. Ho iniziato a lavorare quando ancora studiavo e nel corso degli anni ho ricoperto diverse posizioni tra cui Telesales Representative, Responsabile per lo Sviluppo delle Relazioni con il mercato cinese presso un’azienda di Import/Export, Responsabile Marketing e Comunicazione per un distributore a livello nazionale di soluzioni IT. Emilio è laureato in Ingegneria Informatica e ha sempre lavorato come system analyst, che poi è il ruolo che ricopre anche qui in Australia. I nostri lavori ci piacevano, ma avevamo voglia di rimetterci in gioco, vedere che altro c’era “lì fuori”… ed eccoci qui.
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Racconta come sono stati i primi mesi a Sydney
I primi tre mesi sono stati di ambientamento, scoperta e studio. La mattina, quando non studiavamo inglese, giravamo per Sydney. Ogni giorno cercavamo di visitarne un angolo diverso per capire quali zone ci piacessero di più, quali fossero meglio collegate, quali più o meno costose e così via. Il pomeriggio e la sera lavoravamo in remoto per le nostre rispettive aziende italiane che ci avevano proposto di continuare a collaborare fin quando non avessero trovato un nostro sostituto o noi un lavoro qui. Quando ci siamo sentiti un po’ più sicuri di noi stessi abbiamo iniziato a mandare curricula. Emilio ha trovato lavoro praticamente subito mentre io ho impiegato poco più di un mese.
Come si sono sviluppati questi due anni, dal momento in cui ti abbiamo intervistato per la prima volta?
Non ci sono stati sviluppi eclatanti. Sia io che Emilio abbiamo cambiato lavoro l’anno scorso, pur restando grosso modo negli stessi ruoli. Siamo ancora qui con un visto 457 (Temporary Work Skilled Visa) in scadenza ad aprile del prossimo anno. Abbiamo anche viaggiato un po’ per l’Australia ed Emilio ha imparato a fare surf.
Quali sono i progetti per il futuro di Chiara e Emilio?
Ci piacerebbe mettere radici qui a Sydney, magari ottenere la residenza permanente e poi un bel passaporto con sopra un canguro ed un emù.
Quali consigli senti di dare a chi sta facendo un percorso come voi per cercare di rimanere in Australia?
Di informarsi bene, consultare le fonti ufficiali, essere tenaci, e tenere comunque a portata di mano un piano B, perché non si sa mai!
Cosa ti dà dal punto di vista professionale l’Australia che l’Italia non ti dava?
Dal punto di vista del ruolo che ricopro non mi dà nulla di diverso. Piuttosto la cosa stimolante è fare più o meno tutto ciò che già facevo, ma in un’altra lingua è una bella (e faticosissima) sfida! Dal punto di vista economico credo che il compenso sia più in linea con il mio “valore di mercato” attuale (o almeno quello che mi attribuisco) e anche questo è appagante.
Cosa ti manca di casa?
La famiglia e gli amici. In particolare modo mi spiace non poter essere vicina fisicamente a loro nei momenti del bisogno o partecipare a lieti eventi, ma queste sono cose che si mettono in conto quando ci si trasferisce a 16 mila chilometri da casa. Ho un bellissimo rapporto epistolare con la mia nonna paterna, ci scriviamo quasi tutte le settimane da quando sono partita, ci teniamo aggiornate.
Cosa non ti manca assolutamente?
Tutto il resto. In particolare non mi mancano le persone che passano la propria vita a lamentarsi della “situazione” e del “sistema” senza fare nemmeno un gesto per cambiare… forse aspettano il miracolo, non so.
Qual è la tua opinione sulla società “aussie” e sull’Australiano medio?
Essendo la società “aussie” un mix di culture mi resta difficile definire l’australiano medio. L’unica cosa che mi sento di dire è che poiché l’Australia è davvero lontana da tutto/i, l’australiano (non il naturalizzato, quello nato e cresciuto qui) forse vive in una sorta di “isolamento” che porta spesso ad idealizzare alcune realtà che non conosce. Ad esempio, tutti ma proprio tutti i miei colleghi australiani mi hanno chiesto almeno una volta come ho fatto a lasciare un Paese così bello come l’Italia. E io gli rispondo puntualmente: ad essere bello è bello, ma prova a viverci poi ne riparliamo! Lo so bene che l’Italia è meravigliosa, ma un conto è andarci in vacanza e un conto è viverci quotidianamente. Credo poi che gli australiani non siano “calorosi” ed “espansivi” come noi italiani, ma questo è un tratto comune nelle culture anglosassoni, quindi non mi sento di criticarlo. Tra l’altro penso che molto dipenda dal nostro atteggiamento: se ci chiudiamo nel nostro mondo e magari abbiamo anche un pessimo inglese (ad aggravare la situazione), per quanto loro possano sforzarsi non avranno molto piacere a scambiare opinioni con noi, no? Comunque se rivolgi la stessa domanda ad Emilio lui ti dirà che invece sono super calorosi ed espansivi, quindi è possibile che sia solo una mia percezione. Una cosa che amo molto è il fatto che rispettano le regole e, di conseguenza, le cose funzionano. Poi per carità, il paese perfetto non esiste…
Qual è la difficoltà più grande incontrata a lavoro?
Per il tipo di lavoro che faccio la difficoltà maggiore è quella legata alla lingua, ma non nei rapporti con i colleghi, parlo di quando mi capita di dover scrivere contenuti creativi in inglese, non avendo la stessa padronanza che ho dell’italiano. A volte questa cosa è frustrante, ma ci sto lavorando. Del resto se voglio continuare a lavorare nella comunicazione e marketing non ho molta scelta.
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In cosa, invece, eccelli e ti senti più sicura e preparata?
Nella parte organizzativa non mi batte nessuno…
Quale consiglio daresti a chi come te, ormai tre anni e mezzo fa, sta progettando di venire in Australia?
Se sta progettando di venire in Australia soltanto per fare un’esperienza consiglio di non pensarci troppo e buttarsi… tanto se si aspetta il “momento giusto” posso garantire che il momento giusto non arriverà mai (e questo credo valga in tutto nella vita). Se invece l’idea è di trasferirsi, consiglio di prepararsi molto bene. Valutare in maniera oggettiva quali sono le possibilità in merito a visti, lavoro, costo della vita, situazione sanitaria e scolastica (se si viene con figli al seguito). È fondamentale anche essere obiettivi rispetto al proprio livello di inglese, anche in relazione alla professione che si intende andare a ricoprire. Inoltre, non meno importante, consiglio di non trascurare il lato emotivo perché, almeno all’inizio, si è soli. A chi decide di affrontare questa esperienza in coppia consiglio di chiarire qualsiasi possibile dissapore esistente prima di partire perché essere soli in un paese straniero non farà che accentuarlo. Inoltre, bisogna tenere in considerazione il fatto che, tornare periodicamente in Italia dall’Australia, non è una passeggiata. Non si torna “giusto per un weekend”, probabilmente nemmeno per una settimana soltanto. Tranne in casi particolari, spesso non si tornerà a casa più di una volta l’anno (e questo nella migliore delle ipotesi!).
Che voto daresti al tuo inglese da 1 a 10? Cosa fai per migliorarlo?
Non ne sono sicura… forse tra 7 e mezzo e 8… ma lasciamolo dire allo IELTS, quando lo rifarò! In questo momento non sto facendo nulla in particolare, per lavoro sono costretta a parlare, leggere e scrivere moltissimo in inglese e penso che questo sia già un ottimo esercizio. In passato ho preso lezioni individuali da un’insegnante privata qui a Sydney e frequentato un corso serale di Business English presso la UNSW.
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L’Australia è…. (Continua questa frase con una descrizione che ti viene dal cuore)
La mia nuova, immensa casa.
La cosa più bella che hai visto in questi anni australiani?
Se con “cosa” intendi un luogo non posso limitarmi a citarne uno solo. La Great Barrier Reef con i suoi colori, la natura incontaminata di Fraser Island e della foresta pluviale tropicale intorno Cairns, le rocce arancioni della Bay of Fires in Tasmania, le spiagge selvagge della Great Ocean Road, il mare cristallino di Jervis Bay, le soffici dune di sabbia di Anna Bay e poi la meravigliosa fauna locale… canguri, koala, diavoletti della Tasmania, wombat, pinguini nani… fino alle maestose balene.
Come vi siete conosciuti tu ed Emilio?
Ci siamo conosciuti in terza elementare. Cambiavamo entrambi scuola lo stesso anno e siamo finiti in classe insieme. Non ci siamo più persi di vista da allora. Stiamo insieme da sette anni e conviviamo da poco più di cinque.
La vostra relazione è cambiata dall’Italia all’Australia?
No.
Dove si vede Chiara Ghirelli tra cinque anni a fare cosa?
Bella domanda, ma non so rispondere. Sono in una fase della mia vita in cui cerco di non fare progetti a lungo termine, ma assaporarmi quello che ho e vivere di più il momento. Mi sono resa conto che nella smania (e ansia) di raggiungere sempre un nuovo obiettivo a volte si finisce per lasciare qualcosa “per strada” ed è un peccato.
Cosa rende speciale la vostra coppia?
Non ci definiamo una coppia speciale. Ci sosteniamo a vicenda senza ostacolarci e cerchiamo di restare uniti nelle decisioni importanti.
Da qualche tempo Chiara Ghirelli ha anche aperto un blog che ti invito caldamente a visitare, caro lettore di Portale Australia, se vuoi sapere di più sull’avventura di Chiara ed Emilio. Il nome è https://
Infine una curiosità “tecnologica”: la coppia romana ha lanciato un App sull’Apple store dedicata al surf e surf forecast, che trovi in https://itunes.
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Se siete determinati a cambiare vita (indipendentemente da cosa questo significhi per voi) non permettete a niente e nessuno di impedirvelo. Meglio avere rimorsi che rimpianti. Vi lascio con una frase a me molto cara dello scrittore e filosofo statunitense Thoreau: “Go confidently in the direction of your dreams!”
“Live the life you’ve imagined”
Un abbraccio virtuale