Imparare una nuova lingua: non hai più scuse
Non riesci a imparare una nuova lingua? Non è vero! Lo dicono gli scienziati.
Il cervello può imparare una nuova parola in meno di 15 minuti, secondo gli scienziati. Quindi niente più scuse per chi dice di non riuscire ad imparare una nuova lingua.
Tutto ciò di cui si ha bisogno per imparare una nuova parola, è ascoltarla 160 volte, secondo i neuroscienziati di Cambridge.
Dopo che il cervello avrà creato una nuova rete di neuroni con il compito specifico di ricordare quella parola.
Imparare una nuova lingua: cosa succede nel nostro cervello
Il processo avviene molto velocemente rispetto al previsto. Il Dr. Yury Shtyrov e il suo team ha fatto questa scoperta dopo aver posizionato gli elettrodi sulle teste di 16 volontari in piena salute per monitorare la loro attività cerebrale.
Innanzitutto sono state registrate le pulsioni generate quando ascoltavano una parola familiare. Di seguito i volontari sono stati sottoposti al riascolto di una parola inventata pe diverse volte.
Inizialmente il cervello ha dovuto lavorare molto per riconoscere la nuova parola, ma dopo 160 ripetizioni per più di 14 minuti, la nuova traccia mnemonica era “indistinguibile virtualmente” da quelle che erano già familiari, ha riportato il Dr. Shtyrov.
Ha detto:” Ciò suggerisce che la pratica di una lingua è molto importante. Anche solo la percezione di una parola – l’ascolto – è utile. I nostri volontari nno hanno ripetuto le parole”.
Far loro ripetere le parole potrebbe probabilmente estendere le loro reti neuronali alla parte del cervello preposta al linguaggio.
Tuttavia, il dottore e i suoi colleghi al Medical Research Council’s Cognition and Brain Sciences Unit hanno sviluppato l’approccio, chiamato terapia afasica a controllo indotto, ovvero in inglese constraint-induced aphasia therapy (CIAT), non per aiutare I turisti ad imparare il francese, bensì per aiutare tutti quei pazienti affetti da disturbi del linguaggio.
Il dottore ha inoltre detto: “Questa ricerca suggerisce che una riabilitazione più veloce potrebbe essere possibile se il trattamento per le persone con danni al cervello, come pazienti colpiti da ictus, bersagliassero la capacità della mente a creare rapidamente queste tracce di memoria.
Il passo successivo è stato di testare la teoria nei pazienti colpiti da ictus. La ricerca è stata pubblicata da poco sul Journal of Neuroscience.
Il metodo del dr Shtyrov spezza una lancia in favore di Paul Noble, un insegnante di lingue che permetteva agli studenti di dimenticare ciò che avevano appena imparato. Pensava infatti che la ripetizione fosse la chiave di tutto – ma il cervello avrebbe imparato meglio quando era rilassato e senza cercare di dover ricordare tutto pedissequamente.
Ha detto: “Se tu segui lo sport, ricordi tutti I giocatori, le squadre e le regole, ma non sai perchè. Tu lo ricordi perché li hai ripetuto una miriade di volte. La mente non sceglie di ricordare tutto. Se ricordassi ogni cosa che vedi in TV, diventeresti pazzo. È proprio il cervello a stabilire cosa si debba ricordare e cosa no.”