Il dollaro australiano (generalmente indicato come AUD, il cui simbolo è $, a volte scritto A$ per distinguerlo dal dollaro statunitense, e soprannominato Aussie) è la valuta ufficiale del Commonwealth australiano. È quindi la moneta corrente non solo in Australia, ma anche in alcuni altri stati come l’Isola di Natale, le Isole Cocos, Kiribati, Nauru, l’Isola Norfolk, le Isole Ashmore e Cartier, le Isole del Mar dei Coralli, le Isole Heard e McDonald e il Territorio Antartico Australiano. Quinta valuta al mondo per numero di scambi, le sue oscillazioni sono strettamente legate sia al prezzo delle materie prime (di cui l’Australia è ricca), sia allo stato di salute del dollaro americano.
Nelle ultime settimane questa valuta ha registrato una tendenza al calo: sarà un indice dell’andamento negativo dell’economia australiana?
Calo del dollaro australiano: legato alla situazione US più che a problemi interni
A metà maggio 2016 si è assistito a un decremento del valore del dollaro australiano: se solo un mese prima il cambio con il dollaro statunitense (uno dei principali punti di riferimento per capire la forza o la debolezza dell’AUD) era sopra quota 0,78, al momento è in discesa e rischia di arrivare ben sotto l’attuale quota di 0,72.
Da una parte questa tendenza si spiega con un dollaro US più forte (grazie alle buone notizie che provengono dal mercato del lavoro e dai tassi di inflazione del Paese a stelle e strisce) e la probabilità sempre più grande che la Fed (o Federal Reserve) alzi i tassi di interesse a giugno. Dall’altra i dati appena pubblicati relativi all’economia australiana sono poco incoraggianti. Il tasso di disoccupazione, per quanto fermo sul 5,7% che rappresenta il livello più basso da tre anni a questa parte, dovrebbe salire a 5,8%: un piccolo aggiustamento che però da solo non spiega cosa stia succedendo alla moneta. Quello che davvero sembra aver frenato le previsioni di crescita sono state le note a margine del rapporto sull’occupazione: si è infatti registrato un incremento dei posti di lavoro di poco superiore alle diecimila unità contro le dodicimila che erano state anticipate. A questo si associa la perdita di oltre novemila posti full-time, a fronte di un aumento di oltre ventimila part-time: una tendenza che è in corso da qualche tempo e che pare stia indebolendo il dollaro australiano.
La Commonwealth Bank of Australia rimane comunque ottimista sullo stato di salute complessivo dell’economia australiana e sostiene che i cambiamenti nel valore della valuta sono più legati alla situazione del dollaro statunitense che a eventuali difficoltà intrinseche al sistema del Paese.
A confermare questa interpretazione c’è un fatto molto significativo: solo lo scorso aprile sempre l’Australian Bureau of Statistics (l’Istat del Paese) aveva fornito un quadro molto positivo della situazione economica e lavorativa, che raccontava di una discesa del tasso di disoccupazione e di un aumento dei posti di lavoro (oltre 26 mila in più). La leggera contrazione registrata a maggio, perciò, non rappresenterebbe al momento un segnale allarmante (anzi, delineerebbe uno scenario di crescita, anche se a volte più lenta) e testimonierebbe come a incidere sulle dinamiche della moneta siano più i fattori esterni che non quelli interni.
Approfondimento: da cosa dipende il valore del dollaro australiano?
Come accennato sopra, il valore del dollaro australiano ha una forte dipendenza dall’andamento di alcune materie prime, dato che è strettamente legato dalle esportazioni di queste ultime. Le risorse naturali di cui l’Australia è ricca sono destinate in primo luogo al mercato asiatico, per cui anche lo stato di salute delle economie dei Paesi dell’estremo oriente ha una certa influenza sull’Aussie.
A determinare il valore del dollaro australiano è poi il suo rapporto con la valuta statunitense, per due ordini principali di ragioni:
- il dollaro statunitense è la moneta in cui vengono scambiate la maggior parte delle materie prime (come petrolio e oro). Se il primo si deprezza queste ultime aumentano di valore e viceversa. Dato che anche il dollaro australiano è legato strettamente all’andamento sul mercato delle materie prime, è ovvio come ci sia una stretta correlazione tra le due valute;
- il rapporto tra AUD e USD è definito anche dal differenziale del tasso di interesse tra la banca centrale australiana (la Reserve Bank of Australia o RBA) e quello della Fed americana, in modo che se il dollaro si rafforza e la Fed alza i tassi il valore del cambio tra le due monete tende a diminuire e quindi il dollaro australiano a perdere valore in relazione all’aumento di quello del dollaro statunitense.
Infine, anche lo stato dell’economia australiana incide sul valore della moneta, per cui cattive previsioni, una crescita inferiore al previsto o la pubblicazione di dati negativi tendono ad abbassarlo, mentre una situazione percepita come florida ed eventuali prospettive di ulteriori miglioramenti lo aumentano.