Compiacente o schietto: modi di comunicare a confronto.
Come misuriamo le capacità di comunicare?
“Il mondo sarebbe un posto migliore se la gente riuscisse a spiegare la differenza tra qualcuno che vuole solo compiacere le persone e un vero e proprio comunicatore” -Donovan D. Westhaver
“Ho buone capacità di comunicazione” quante volte l’abbiamo sentito dire da qualcuno? Troppe da contare. Che cosa significa esattamente questa affermazione? E poi, quelli che affermano spesso di essere persone con buone capacità di comunicazione, sono veramente dei buoni comunicatori? Che cosa rende tale un buon comunicatore? La società ha perso di vista chi e cosa ci vuole per essere un buon comunicatore?
Queste sono tutte buone domande, senza una risposta facile. Ma prendersi semplicemente il tempo di leggere questo articolo e meditare su queste stesse domande può rendervi dei comunicatori migliori rispetto alla media, perché acquisirete un certo livello di consapevolezza che un sacco di persone, che affermano di avere buone capacità di comunicazione, tendono a non avere.
Talvolta nel corso degli ultimi 20 anni, la cultura ha perso traccia di chi o cosa determini delle buone capacità di comunicazione. Ciò che noi percepiamo come una corretta comunicazione è, invece, distorto, nel migliore dei casi, e disonesto nel peggiore. Gran parte di ciò ha a che fare con il fatto che noi, come esseri umani, siamo troppo facilmente indirizzabili verso il sentiero del piacere. Noi stessi ci inganniamo pensando che quelli che ci danno più piacere siano effettivamente i migliori comunicatori. Ciò non potrebbe essere più lontano dalla verità. Il triste risultato del trasmettere questo tipo di impulsi è che l’arte della comunicazione è andata perduta, e dunque ne è conseguita tutta questa incompetenza.
Comunicatori compiacenti e schietti a confronto
Chi sono le persone compiacenti?
Uno che cerca di arruffianarsi la gente è una persona che vuole essere amata. Questi vedono il loro successo in base a come quelli intorno a loro si comportano in loro presenza. Essi credono che il conflitto sia un segno di fallimento e che sia ammirevole evitare il conflitto a tutti i costi. Essi giudicano la loro capacità di comunicazione in base all’atteggiamento felice della persona con cui stanno interagendo.
Chi è un vero comunicatore?
Un vero comunicatore è una persona che apprezza l’onestà e vuole essere rispettata. Questi vedono il loro successo sulla base dei risultati piuttosto che delle opinioni. Capiscono che spesso il conflitto può essere una parte del processo di comunicazione. Giudicano la loro capacità di comunicazione sulla base degli obiettivi e dei risultati raggiunti grazie allo scambio di opinioni.
La gente ama le persone compiacenti
“Si prendono più mosche con il miele che con l’aceto”. Questa frase è significativa di come interagiscono le persone compiacenti. Chi è accondiscendente trova lavoro più facilmente. I datori di lavoro spesso preferiscono persone accondiscendenti perché non discutono mai, si adeguano, lavorano per compiacere gli altri e hanno un atteggiamento amichevole nei colloqui di lavoro.
Le persone compiacenti sono senza dubbio il gruppo più promosso nei luoghi di lavoro nel XXI secolo. Essi attribuiscono il loro successo a eccellenti doti di comunicazione. Tuttavia, sulla base di molti dei problemi cui assistiamo oggi, potrebbe essere il caso di mettere in discussione seriamente le motivazioni che stanno dietro queste persone, e chiedersi anche se siano davvero bravi a comunicare come siamo portati a credere.
Le persone compiacenti hanno alcuni seri difetti che non sarebbe il caso di considerare buona comunicazione:
- Hanno una mente dipendente. Tutte le loro decisioni sono formulate solo per rendere felici gli altri intorno a loro. Essi non sono in grado di prendere decisioni.
- Mancano di creatività e di propositi. Si concentrano soprattutto sul mantenere le persone intorno a loro felici. Non riescono a vedere molto oltre questo obiettivo.
- Sono disoneste. Si ripetono di agire e comportarsi in qualunque modo possibile per rendere felici gli altri.
- Non sono in grado di risolvere problemi. Il problem solving non è il loro obiettivo. Invece il loro obiettivo è l’approvazione da parte degli altri. Il problem solving è spesso la questione fondamentale di un lavoro, e non si può ridurre a portare un sorriso sui volti delle persone, quindi le persone compiacenti tendono a evitare completamente questa attività.
- Le loro soluzioni sono spesso un rimedio di fortuna e temporaneo. “Basta fare qualsiasi cosa che serva per tenere la gente felice, e le conseguenze non importano”.
I comunicatori veri, d’altra parte, hanno una mente indipendente. Questo permette loro di prendere decisioni. Hanno la capacità di prendere decisioni di vitale importanza per una corretta comunicazione. Poiché sono indipendenti, la loro mente permette loro di essere creativi. La creatività è importante perché la creatività permette di avere diversi approcci, idee, soluzioni, ecc. nel corso della comunicazione. A differenza delle persone compiacenti, sono onesti: se c’è una cattiva notizia, ne parlano senza evitarla. Amano risolvere i problemi e vedono la comunicazione come uno strumento che permette loro di farlo. Vogliono soluzioni che siano tangibili, pratiche e a lungo termine.
Il problema dei nostri giorni è che la gente ama le persone compiacenti. Riescono a inebriare un gran numero di persone. Le persone compiacenti spesso appaiono come più professionali e comunicative rispetto alle altre, e in questo modo fanno rapidamente carriera all’interno dell’azienda. Questo può portare ad alcune orribili scelte di gestione in molti settori.
Prendete l’industria della “salute mentale”, per esempio. In questo settore, i vertici sembrano vedere la felicità del cliente come il successo finale. La negatività del cliente deve essere eliminata e sostituita con “sentimenti più propri e positivi”. Per farlo si avvalgono di medicine con effetti collaterali dannosi per le capacità cognitive di una persona. La persona può diventare più stupida, e continuare ad avere i problemi che l’hanno resa infelice, ma se il farmaco mette un sorriso sul volto del cliente è considerato un successo.
Un altro buon esempio è nei servizi clienti. I clienti dicono di desiderare che i loro problemi vengano risolti, ma alla maggior parte dei clienti non può importargliene di meno che i suoi problemi siano stati risolti. La maggior parte dei clienti desidera un’esperienza piacevole, tanto che valuta il proprio piacere al di sopra del motivo per cui inizialmente ha contattato il servizio clienti. Quello che i clienti cercano è il compiacimento.
Un altro esempio sono le attività caritatevoli e le organizzazioni non-profit. Spesso la carità non riesce perché le persone si trovano lì per le ragioni sbagliate. Le persone in queste organizzazioni sono spesso compiacenti. Quante volte avete sentito persone in questi settori sostenere che si sono uniti perché “amano la gente”? La domanda è, amano davvero così tanto le persone da lavorare sodo e a lungo per risolvere davvero i loro problemi? Se sei in queste organizzazioni solo per mescolarti con la gente, sorridere, e poter fare bella figura sul curriculum, come talvolta avviene per molte persone, allora non c’è da meravigliarsi che le organizzazioni caritatevoli spesso non riescano a raggiungere i loro scopi dichiarati.
Solo le donne sono ruffiane?
Si potrebbe avere l’impressione che quest’epidemia di compiacimento sia strettamente una questione femminile. Si può immaginare che molti maschi annuiscano leggendo questo articolo, pensando a come questi esempi ricordano loro molte donne che conoscono sul lavoro. Si possono anche immaginare donne che riconoscono in questo identikit alcune delle loro amiche. Il punto della questione è che anche gli uomini sono colpevoli di essere delle persone compiacenti.
Viene in mente l’espressione, “i bravi ragazzi non vanno lontano”. I “bravi ragazzi” sono colpevoli di compiacimento ossessivo. Mettono la loro compagna su un piedistallo, pensano giorno e notte a come accontentarla trascurando se stessi, e poi si domandano perché lei sia scappata con un ragazzaccio. Ok, forse lisciare qualcuno e trattarlo come un dio per ottenere affetto fa ottenere dei risultati nel mondo degli affari, ma non nel mondo reale.
Gli effetti del premiare le persone compiacenti
Purtroppo, la società ha abbondantemente e ingiustamente premiato i compiacenti, a scapito di tutti gli altri. I compiacenti a capo delle industrie farmaceutiche stanno facendo poco per alleviare i problemi di salute mentale. Al contrario stanno esasperando il problema.
Quella ragazza frizzante accanto a voi al call center sicuramente riceve recensioni eclatanti perché riesce a mantenere i clienti felici e ad avere brevi tempi di attesa di chiamata. Chi se ne frega se non riesce effettivamente a risolvere i loro problemi? Le organizzazioni caritative e non-profit continueranno ad assumere persone compiacenti che si preoccupano di più delle pubbliche relazioni piuttosto che aiutare realmente la povera gente in difficoltà.
Il risultato finale è che abbiamo un grosso problema. Ovunque abbiamo una leadership incompetente e una società che crede nell’utilizzo di soluzioni rapide per rendere felici le persone, piuttosto che nel cercare di risolvere davvero i problemi. Il modo per uscire da questo pasticcio è quello di ricominciare a riconoscere e premiare la comunicazione autentica.
Le persone compiacenti sono egoiste
Questa dichiarazione potrebbe sorprendere molte persone. La gente spesso identifica le persone compiacenti come persone estremamente altruiste. Ripensiamo alle persone compiacenti che si uniscono a organizzazioni caritatevoli. Bisogna chiedersi: se queste persone non ricevessero tutte le gratificazioni conseguenti all’essere etichettati come santi altruisti, lo farebbero ancora? Forse conosciamo la risposta a questa domanda, perché essere veramente caritatevoli lo si può fare in un sacco di modi, molti dei quali difficilmente prevedono di unirsi a un’organizzazione. Le persone compiacenti sono emotivamente egoiste. Cercano di nutrirsi dell’approvazione costante e dell’ammirazione degli altri.
Tuttavia, se state per aderire ad un’organizzazione caritatevole, perché credete davvero che attraverso la cooperazione e il lavoro di gruppo si possano risolvere molti problemi, tanto di cappello. Questo è ciò che significa essere un vero comunicatore.
Le persone tendono a sottovalutare come l’egoismo emotivo delle persone compiacenti possa inavvertitamente portare a enormi guadagni monetari e, quindi, pure all’egoismo economico. I leader dell’industria della salute mentale fatturano ingenti quantità di denaro ogni anno. Un altro buon esempio, che ci crediate o no, viene dagli insegnanti. Spesso si trovano insegnanti colpevoli dello stesso peccato. Gli insegnanti sembrano pensare che poiché il loro compito è quello di educare le persone, siano dei santi che debbano essere adorati. Mai una volta che si considerino i risultati, piuttosto dobbiamo ammirare l’insegnante altruista, che guadagna, in media, quanto un commercialista. E non dimentichiamo che il nostro santo altruista può far carriera fino a diventare preside e guadagnare molto di più in un anno, pur avendo gli stessi mesi di vacanza.
Si può avere la botte piena e la moglie ubriaca?
È possibile essere sia una persona compiacente che un comunicatore schietto? In alcuni casi, sì , nella maggior parte dei casi, no. Di solito in comunicazioni banali (per esempio, “come stai oggi?”), un po’ di accondiscendenza può essere utile per stabilire rapidamente la conversazione, seguita da una comunicazione vera per andare a fondo della situazione. I compiacenti e le persone che desiderano essere schiette hanno valori in conflitto, quindi è improbabile saltare da una modalità all’altra nel corso della comunicazione. La speranza è che un giorno le persone ruffiane siano finalmente riconosciute come ridondanti, disoneste, e nel lungo periodo colpevoli di una pratica distruttiva. Tuttavia, fintanto che viviamo in un mondo in cui le persone sono sempre più sensibili, temo che un po’ di ruffianeria sia necessaria.
Diventa un comunicatore schietto
È tempo di iniziare a premiare le persone per la comunicazione vera che produce risultati tangibili. Noi esseri umani dobbiamo capire che le persone compiacenti non risolvono alcun problema, non sono particolarmente gentili, sono egoisti, e contrariamente alla credenza popolare, essere compiacenti non è il modo più sicuro per affrontare la vita.
Dobbiamo renderci conto che un buon comunicatore è una persona che aiuta a raggiungere la verità e la comprensione di una questione. Questo non è sempre piacevole, ma in un dato momento, può essere estremamente gratificante.